Gli anni ’60 in Italia sono stati cruciali sotto moltissimi aspetti e le donne hanno rivestito un ruolo fondamentale nella rivendicazione dei loro diritti e nella lotta per la loro emancipazione.
Questo clima di generale mutamento culturale ha influenzato anche gran parte della musica del decennio.
Approfittiamo di marzo, mese in cui celebriamo la figura della donna, per ricordare l’importanza rivestita dalle interpreti italiane non solo nella storia della musica ma anche nella vita di ogni singola donna e ragazza comune.
Nel mondo della musica degli anni 60 si respirava una ventata di novità portata dalle donne stesse e alimentata da un clima di emancipazione e libertà (ri)trovata.
Tra le voci femminili più riconoscibili degli anni ’60 ricordiamo quelle di sei celebri interpreti: Mina, Rita Pavone, Nada, Ornella Vanoni, Wilma Goich e Patty Pravo.
Mina fu sicuramente una delle cantanti italiane che influenzò intere generazioni a partire dal suo successo negli anni ’60. È intramontabile il brano da lei interpretato “Il cielo in una stanza”, scritta appositamente dal grande Gino Paoli e che rimase in vetta a tutte le classifiche tra il ’60 e il ’61.
L’eterno fascino della canzone, determinato in gran parte dalla magistrale interpretazione di Mina, la rende ancora oggi oggetto di nuove e interessanti versioni da parte di giovani artisti, come nella recente esibizione di Mahmood e Blanco in occasione della serata delle cover del Festival di Sanremo 2022.
Altro contributo fondamentale nella musica degli anni ’60 fu dato da Rita Pavone.
Nonostante la giovanissima età, fu chiaro sin dagli esordi che il suo talento fosse smisurato e confermano anche le classifiche di tutto il decennio.
I suoi successi maggiori risalgono proprio agli anni ’60 e variano da brani più ritmati e spensierati, come “Amore twist” scritto da Angelo Bovenzi e “Son finite le vacanze”, opera di Carlo Rossi con Pelleschi a quelli più romantici ma con quel tipico tocco vivace “alla Rita Pavone” come “Che M’importa Del Mondo” scritta da Franco Migliacci e Luis Enriquez Bacalov e “Lui”, scritta da questi ultimi e da Bruno Zambrini.
Negli stessi anni, trova l’apice del suo successo un’altra straordinaria voce femminile, parliamo di Nada. Con l’oramai indimenticabile “Ma che freddo fa” scritta da Claudio Mattone con Franco Migliacci, Nada riuscì a ritagliarsi uno spazio nella storia della musica italiana consolidato successivamente da altri successi.
Molte furono le donne che debuttarono negli anni ‘60 in occasione del Festival di Sanremo e tra queste ricordiamo la grande Ornella Vanoni nell’edizione del 1965, che portò una ventata di rinnovamento e che trovò grande approvazione da parte del pubblico fino a conquistare il secondo posto.Questo debutto così clamoroso la riportò sul palco del teatro Ariston in successive edizioni: in molti ricorderanno “La musica è finita” in gara nel 1967 ad opera della penna di Franco Califano e Nicola Salerno e musicata da Umberto Bindi.
Sul palco dell’Ariston, solamente l’anno prima, si esibiva un altro pilastro della musica italiana: parliamo di Wilma Goich.
Wilma Goich fece sognare il pubblico con le sue canzoni cariche di sentimento e romanticismo, come “In un fiore”, scritta grazie a Mogol e Carlo Donida Labati e presentata al Festival della Canzone Italiana nel 1966.
Qualche anno più tardi esordì Patty Pravo, che al contrario di Wilma Goich, ebbe successo grazie alla sua critica aperta verso gli uomini.
Con “La bambola”, ad opera di Bruno Zambrini, Franco Migliacci e Ruggero Cini, considerata pietra miliare della musica leggera italiana, divenne un’icona della musica italiana e di tutte le donne, un grido contro il maschilismo che vedeva le donne come un oggetto “da far girar”, argomento ancora attuale, se pensiamo alla società di oggi, nonostante la canzone sia stata scritta a fine anni ’60.
L’importanza delle cantanti e il valore culturale dei brani da loro interpretati non si sono però fermati agli anni ’60, continuano ad essere dei punti di riferimento per le nuove generazioni di donne che, ieri come oggi, si battono per i loro diritti.
ENGLISH VERSION
The 60s: Voice to Women
The 60s were crucial in many aspects for Italy and an important role was played by women with the struggle for the emancipation and the claim of their rights.
This climate of cultural change influenced a lot of the decade’s music.
On March 8th, we celebrate Women’s International month, and we remember the importance that Italian female singers had in music history but also in the life of every single woman and girl of those years. During this period in the music industry there was a breath of fresh air brought by women themselves and fed by an atmosphere of empowerment and freedom.
Among the most recognizable female voices of the 60, we remember those of six famous performers: Mina, Rita Pavone, Nada, Ornella Vanoni, Wilma Goich and Patty Pravo.
Mina was certainly one of the Italian singers who marked not only the 60s but a whole generation.
It’s timeless her song “Il Cielo in una stanza”, specifically written by the great Gino Paoli and on the top of all rankling between 1960 and 1961.
The eternal charm of this song, largely determined by Mina’s masterful interpretation, makes it a subject of new and innovative versions by young artists such as in the recent performance of Mahmood and Blanco during the cover night at Sanremo 22.
Another important role in the 60s’ music was played by the young Rita Pavone.
Despite the very young age it was clear from the beginning that her talent was boundless and the rankings throughout the following decade confirm this.
Her greatest hits date back to the 60’s and vary from more rhythmic and light-hearted songs as “amore Twist” written by Angelo Bovenzi and “Son finite le vacanze” by Carlo Rossi and Pelleschi, to the more romantic ones but always with that unique touch typical of Rita Pavone like “Che mi importa del mondo” written by Franco Migliacci and Luis Enriquez Bacalov and “Lui” by the latters with Bruno Zambrini.
In the same years another extraordinary female voice reaches the peak of her success: Nada.
With the unforgettable “Ma che freddo fa” written by Claudio Mattone with Franco Migliacci, Nada managed to carve out a space in the Italian music history later consolidated by other hits.
Many were the women who debuted in the 60s thanks to the stage of the Sanremo Festival, among these we certainly remember the great Ornella Vanoni in the 1965 edition who brought with her an air of renewal and found such a great approval from the public that led her to conquer the 2nd place.
This sensational debut brought her back to that same stage for several following editions, many will remember “La musica è finita” in competition in 1967 and written by Franco Califano with Nicola Salerno and music by Umberto Bindi.
Just the year before on the Ariston’s stage another pillar of Italian women’s music was performing, we are talking about Wilma Goich.
Wilma Goich made all people dream with her songs full of feeling and romance like “In un fiore” written thanks to the help of Mogol and Carlo Dionida Labati and presented at the Italian song Festival in 1966.
A few years later Patty Pravo debuted, who unlike Wilma Goich, gained success thank to her open criticism of men.
With “La bambola”, by Bruno Zambrini, Franco Migliacci and Ruggero Cini, considered a milestone of italian pop music, she became an icon not only of music but all women, a cry against the masculinity that saw women as an object or a toy to play with (“You spin me around like a doll”) which is still relevant if we think of today’s society despite the song being written in the late 60s.
These performers and their song, however, did not stop at the 60s but continue to be a reference for the new generations of women who still fight for their rights.
The importance of the singers and the cultural value of the songs they interpreted, however, did not stop in the 60s but they continue to be a reference for the new generations of women who, yesterday as today, are still fighting for their rights.